El rattin

Il rattin

Nel 1867 si inaugurò a Milano la Galleria Vittorio Emanuele II, che collega Piazza Duomo con Piazza della Scala. A circa metà un’altra galleria viene ad intersecarsi con la prima creando così uno slargo chiamato Ottagono, che è sormontato da una imponente cupola in ferro e cristallo.

Il progettista, Arch. Mengoni, pensò anche a fornirla di adeguata illuminazione serale. Ai tempi l’illuminazione pubblica, quel poco
che c’era, era data da lampioni a gas.
All’imbrunire un addetto , in milanese “el làmpedee”, con una pertica fornita, in alto, di una fiammella, provvedeva ad accenderli, e la mattina, chiudendo il gas, a spegnerli. Ricordo un famoso film anni ’50: “ Angoscia” (Gasliht) con Charles Boyier e Ingrid Bergmann dove l’illuminazione a gas, non solo si vede, ma ne fa parte integrante della trama.

El rattin della Galleria

Per l’illuminazione dell’Ottagono pensarono di costruire, alla base della cupola, una tubazione con un centinaio di ugelli e di affidare l’accensione a un marchingegno caricato a molla, che, su ruote inserite in apposita rotaia, avendo in coda una fiammella a spirito, dava vita al particolare “lampadario”.
Una adeguata velocità era essenziale per un’accensione rapida onde evitare un accumulo pericoloso di gas. Insomma era come un trenino, giocattolo dei bambini.
Ma visto dal basso, dalla folla che si radunava puntualmente alla partenza, preceduta da un annuncio di alcuni fischi , pareva un topolino, infatti venne chiamato “el rattin“. E rimase in funzione sino al 1885, quando arrivò l’energia elettrica , dopo la costruzione della centrale termoelettrica di Via Santa Redegonda.

Nelle vedute aeree delle vecchie fotografie , si vede spuntare, accanto al Duomo, una ciminiera.
E a proposito, ricordiamo che Piazza Duomo fu la prima piazza in Europa e la seconda del mondo, dopo New York, a essere illuminata con l’energia elettrica.
Nel complesso della monumentale Galleria fu previsto anche un appartamento per l’allora Sovrano. E’ posto nelle vicinanza di Piazza della Scala, e ha una finestra posta in diagonale, dalla quale l’occhio può spaziare su tutta la Galleria, sino a Piazza Duomo.
Adesso, alcuni esemplari di “rattin”, giacciono, come vecchi pensionati, nei vari musei cittadini.

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