El Cecchin in realtà chiamava Francesco Ferrari, o meglio, così lo chiamarono al Collegio dei Martinitt dove fu portato da bambino perché trovato per strada, abbandonato, con su solo una scarpa da donna e una da uomo.
Questi sito nasce dai ricordi di tre pensionati milanesi: Marco Laurenti, Giuseppe Reiss ed Ettore Veneziani.
“Ogni volta che ci ritroviamo in cortile ad aspettare l’ora in cui l’aria inizia a profumare di risotto o di minestrone, inganniamo il tempo parlando della nostra fanciullezza. Senza pretese culturali, ci siamo impegnati a condividere alcune delle nostre avventure in questo sito e su una pagina Facebook.”
Tutti coloro che vorranno fare altrettanto possono mandarci la loro foto o il loro racconto alla nostra casella info@storiemeneghine.it e noi la pubblicheremo.
I tram oggigiorno sono dotati di un pantografo che li collega al cavo della corrente e questo evita ogni interruzione di servizio, ma quando ero ragazzo io, il tram era collegato al filo con la pertegheta.
“Babilonia” era l’insegna di un negozio in via Farini gestito da due zitellone che aveva tutto ciò che serviva per diventare una quasi sarta.
Milano era racchiusa entro le mura spagnole e porta Tosa era una delle 14 porte dalle quali si entrava in città pagando il dazio.
Può il semplice acquisto di un carnet dell’ATM, scatenare tutta una serie di sfi… eventi tragicomici, al limite del paradossale?