La fiera di Sinigaglia

La fiera di Sinigaglia

Quando ero ragazzo al sabato era consuetudine fare un giro, con i miei amici in via Calatafimi, zona Ticinese, dove veniva allestita la fera de Sinigaglia.

La fiera di Sinigaglia (o di Sinigallia o di Senigallia), nella sua versione attuale è quella che oggigiorno viene definita un mercatino delle pulci dove puoi trovare vecchi dischi in vinile, medaglie, vecchi numeri di giornali e riviste, vecchio materiale raccolto magari  per liberare un appartamento, una soffitta e così via. Oggi i mercati delle pulci sono spesso frequentati da collezionisti, curiosi e turisti.                                               

La fera de Sinigaglia, alla quale mi riferisco io, invece, non era così raffinata; disposte lungo la via Calatafimi c’erano due lunghe file di bancarelle e di vecchie coperte stese al suolo sopra le quali erano esposte, alla carlona, tutto quello che difficilmente potevi trovare nei negozi normali e i prezzi erano contrattabili.

Potevi trovare materiale elettrico, vecchi cuscinetti a sfere, pezzi di ricambio usati per automobili, moto, biciclette, divise militari americane abbandonate dall’esercito statunitense nelle varie caserme, piatti, pentole, vasi da notte, scatole di viti e chiodi, quadri, cornici, vestiti di seconda mano e migliaia di altri oggetti oramai introvabili.

Fra queste bancarelle non giravano collezionisti o turisti, qui trovavi meccanici alla ricerca di pezzi di ricambio ormai introvabili perché fuori produzione, elettricisti che cercavano materiale usato ma ancora utilizzabile, imbianchini alla ricerca di mezze latte di pittura avanzate da altri e via di questo passo fino allo scambio di giornaletti di “Gim Toro” o del “Piccolo Sceriffo” (chi li ricorda?).

Insomma la fiera di Sinigaglia è stata una fonte inesauribile di risorse nella povertà di quei tempi. Ora la fiera ha cambiato ubicazione e orientamento lasciando un po’ di nostalgia nel cuore dei vecchi milanesi. 

Digel ai to amis