La darsena di Porta Ticinese
Anticamente Milano era una città d’acque con intrico di fiumi, rogge e canali. L’acqua era fondamentale per una città.
Da l’acqua dipendevano numerose attività come i mulini, i trasporti con barche e barconi, oltre alle necessità alimentari ed igieniche. Nel 1600 un governatore spagnolo decise che il piccolo laghetto che vi era allora in quella che è adesso Piazza XXIV Maggio (il laghetto di Sant’Eustorgio), venisse ampliato costruendo un vero e proprio porto, chiamato Darsena. Era l’ultima tappa del Naviglio Grande che portava le acque dal lontano Ticino.
Molto più tardi (anni 1800) fu costruito il Naviglio Pavese che restituiva , passando da Pavia, le acque al Ticino. In una certa epoca arrivò ad essere il terzo porto in Italia, come traffico e relativo tonnellaggio. Storicamente la Darsena di Porta Ticinese fu importante come scalo per i marmi che provenivano dalle cave di Candoglia e che servivano per il costruendo Duomo.
Nel 1550, con la costruzione della Conca di Varenna (ora Via Conca del Naviglio) fu messa in collegamento con i Navigli interni alla città.
I marmi giunsero così sino al laghetto di S.Stefano (Via Laghetto) vicini alla Fabbrica del Duomo.
La Darsena fu utilizzata come stazione ultima dai “barchett“, le barche corriere che partivano da Abbiategrasso, Boffalora, Gaggiano e Turbigo e trasportavano i passeggeri e la corrispondenza. Uno di questi “barchett”, quello di Boffalora, divenne celebre grazie a una commedia di Cletto Arrighi, scritta nel 1870 e intitolata appunto “El barchett de Boffalora”.
Durante gli ultimi mesi di guerra fu teatro di molte incursioni aeree che, non so per quale strategia militare, si alternavano a mitragliare i barconi. Finita la guerra riprese la sua attività come porto d’arrivo di molte altre merci pesanti e ingombranti.
Dal 1996 la Darsena di Porta Ticinese ora è chiusa al traffico fluviale, ristrutturata e divenuta una zona di attrazione turistica. I barconi, i sili e la sabbia hanno lasciato il posto ai bar e ai venditori ambulanti di street food; è frequentata dai giovani che partecipano a quella che viene chiamata la movida e che rendono l’ambiente molto vivacizzato ma costituendo un problema alla notte per gli abitanti della zona che, alcuni dei quali, probabilmente preferirebbero riavere i barconi con la sabbia.