I Re Magi

I re magi a Milano

Il presepe è una rappresentazione della nascita di Gesù, che ha avuto origine all’epoca di San Francesco d’Assisi. Nel presepe vi compaiono tutti i personaggi e i luoghi della tradizione: la grotta o la capanna, la mangiatoia dov’è posto Gesù bambino, i due genitori, Giuseppe e Maria, i pastori, le pecore, il bue e l’asinello e gli angeli.

Ma ci sono tre personaggi che restano nella scatola fino all’ultimo, ovvero fino al 6 gennaio, data in cui vengono presi e posti davanti alla capanna in cui Gesù è nato. Hanno un aspetto esotico che li differenzia da qualsiasi altro personaggio del Presepe, sono vestiti come Re, spesso almeno uno di loro ha con sé un cammello, e offrono al Bambino ricchi doni: oro, incenso e mirra. Il loro arrivo decreta anche la fine delle Feste.                                                           

Re Magi affresco

Ma chi sono questi tre personaggi?
Da dove hanno origine?

Il Vangelo di Matteo è l’unico a fare cenno a queste tre figure. L’evangelista parla di tre Re Magi giunti da Oriente a Gerusalemme seguendo la scia di una stella attraverso il cielo. Giunti alla corte di Re Erode gli domandarono dove potessero trovare il Re dei Giudei, per andare ad adorarlo. Erode, insospettito, convocò tutti i suoi sapienti e in questo modo scoprì che il profeta Michea aveva predetto già da tempo la nascita di un bambino unico e speciale a Betlemme. Lo riferì ai tre Magi chiedendo loro di andare e riportargli informazioni sul bambino in modo che anche lui potesse recarsi a rendergli omaggio. Il vero intento del malvagio Erode era di approfittare dei tre uomini per trovare il piccolo Gesù e ucciderlo, prima che potesse mettere a repentaglio il suo potere.

I tre proseguirono fino a vedere la stella che avevano seguito fermarsi proprio sopra la capanna in cui il piccolo Gesù riposava cullato tra le braccia di Maria. Entrarono e si prostrarono ai suoi piedi chiamandolo Re e offrendogli i loro doni. Ma i tre Magi, che ci sono stati tramandati coi nomi di Melchiorre, Gaspare e Baldassarre, non fecero mai ritorno da Erode. Un sogno profetico intimò loro di non farlo, e così tornarono alle proprie terre percorrendo un’altra strada.                                       

La Chiesa è divisa nei loro confronti: alcuni studiosi riconoscono la veridicità del racconto evangelico e della loro esistenza, altri li considerano figure secondarie e leggendarie. Il termine “Magi” deriva da una parola in persiano antico: magūsh. Con questo termine venivano chiamati nell’Impero persiano i sacerdoti di Zoroastro. È probabile dunque che i Magi fossero dei sapienti, forse perfino dei conoscitori delle arti magiche o più presumibilmente uomini di scienza e lettere, come gli scribi tra i Ebrei, i filosofi tra i Greci, i savi per i Latini. Uomini saggi, dunque, conoscitori della natura e dei suoi segreti. È anche presumibile che fossero astrologi o astronomi visto il loro particolare interesse per le stelle e, in particolare, per la stella che li ha guidati. La basilica di Sant’Eustorgio, una delle più importanti di Milano, conserva le reliquie dei Magi, oggetto tuttora di culto e di una devozione mai interrotta.

Secondo un’antica tradizione i Re Magi tornarono a Gerusalemme dopo la crocifissione di Cristo e vi morirono martiri. I loro corpi sarebbero poi stati trasferiti da sant’Elena, madre di Costantino, a Costantinopoli. Eustorgio, recatosi a Costantinopoli prima di insediarsi vescovo a Milano, avrebbe poi avuto in dono le reliquie dall’imperatore Costante. I corpi deposti in un’arca marmorea dopo un lungo viaggio su un carro trainato da buoi  giunto nei pressi di Porta Ticinese non riuscì più ad avanzare perché gli animali crollarono esausti. In questo luogo Eustorgio avrebbe quindi deciso di fondare la basilica. Durante il saccheggio di Milano da parte di Federico Barbarossa, nel 1164, i fedeli, per paura che le sacre reliquie venissero profanate, le nascosero nella vicina chiesa di San Giorgio in Palazzo, entro le mura cittadine. Ma l’arcivescovo Rainald von Dassel, cancelliere imperiale del Barbarossa, scoprì l’inganno, si impossessò dei corpi dei Magi e li fece trasportare a Colonia, dove tuttora si trovano.

In Sant’Eustorgio rimase invece il grande sarcofago sul cui coperchio sono scolpite una stella e la scritta settecentesca “Sepulcrum trium Magorum”. Nei secoli successivi i milanesi tentarono invano di ottenere la restituzione delle reliquie. Solo nel 1903, grazie all’intervento del cardinal Ferrari, alcuni frammenti dei sacri resti tornarono nella basilica di Sant’Eustorgio. Tuttora le reliquie sono conservate in una teca sopra l’altare dei Re Magi, nel transetto destro della basilica.

Tutti gli anni, nel giorno dell’Epifania, l’arrivo dei Re Magi è celebrato con un corteo che parte da Piazza del Duomo e arriva a Sant’Eustorgio: è una delle tradizioni più antiche di Milano.

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