La sanità de quand s’eri un bagaj: l’olio di fegato di merluzzo
Quando mia mamma mi disse “apri la bocca”, per darmi una medicina che mi faceva bene, non immaginavo che quella bottiglietta potesse contenere una sostanza tanto unta e puzzolente, fino a quando con un bel cucchiaione me la ficcò in bocca. Poi mi diede subito un boccone di pane, per attenuarne il malefico tanfo che ne seguiva. E fu così che feci la conoscenza dell’olio di fegato di merluzzo.
Mi abituai a quella tortura perché la pozione quotidiana mi spettava senza altra possibilità di scamparla.
Poi intervenne la guerra che ci privò di tante cose e anche l’odiato olio scomparve.
L’olio di fegato di merluzzo allora era prodotto da una ditta inglese, con i magazzini proprio sotto le mie finestre, che in tempo di guerra furono sequestrati dalle autorità italiane.
Questo olio, che ho sempre detestato, ho scoperto che contiene un sacco di cose buone: le vitamine D – A – lo iodio – gli omega3 ed è un rimedio contro il rachitismo e molti altri disturbi.
Ora ne fanno uso anche le persone anziane, ma viene prodotto in perle e viene consumato in un modo meno traumatico e decisamente più elegante.